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Le fotografie di Giovanni Verga: un patrimonio da conservare

Le fotografie di Giovanni Verga vendute all'asta

Giovanni Verga Le fotografie di Giovanni Verga, scoperte una sessantina di anni fa da Giovanni Garra Agosta sono un patrimonio da conservare e in tanti ne sono consapevoli. Però, dove? Alla fine del mese di giugno u.s. le lastre originali delle foto scattate dallo scrittore siciliano sono state messe all’asta e vendute ad una Fondazione Biblioteca di Milano. Recentemente la Fondazione Verga (con sede a Catania, un’istituzione sorta per la ricerca filologica, critica e storica intorno all’opera di Verga e dei veristi, ha lanciato un appello affinché questo patrimonio sia conservato nella terra natale di Verga dalla Fondazione stessa.

Ha chiesto che le autorità competenti sul territorio regionale e nazionale esercitino con tempestività tutti i diritti previsti dalla legge per assicurare al bene pubblico un «patrimonio inestimabile che rischia di essere acquisito da privati e al di fuori della sua sede naturale, che è la città dello scrittore, dove è già conservata la quasi totalità dei suoi manoscritti». Fino al 22 agosto, infatti, lo Stato e la Regione Sicilia hanno tempo per esercitare il loro diritto di prelazione per acquistare il patrimonio suddetto. Purtroppo la situazione nazionale e quella regionale (il Presidente della Regione si è dimesso anzitempo) non fanno ben sperare. Non credo che ci sia interesse, in questo momento, di accollarsi un tale spesa (225mila euro!).

Comprendo le motivazioni della Fondazione Verga, che, acquisendo le fotografie di Verga arricchirebbe il suo patrimonio e lo completerebbe. Tuttavia non è la prima volta che un patrimonio importante viene “smembrato” in più sedi, distanti tra loro non solo fisicamente. Non conosco la Fondazione che si sarebbe aggiudicata il lotto di ben «448 documenti databili a partire dal 1878, di cui 327 lastre alla gelatina bromuro d’argento e 121 pellicole al nitrato di cellulosa», però capisco il suo desiderio di possederlo (tra i suoi scopi vi è quello di «perseguire finalità di istruzione ed educazione per l’esclusiva ricerca di una pubblica utilità, attraverso la diffusione della cultura nelle sue tante forme e con particolare attenzione allo studio del libro in tutte le sue declinazioni». come si legge nel suo sito. In fondo, Giovanni Verga ha vissuto per diverso tempo a Milano e alcuni suoi racconti sono ambientati nella città lombarda. Pertanto non sarebbe fuori luogo questa collocazione.

Io non intendo perorare l’una o l’altra causa, perché non conosco soprattutto la fisionomia della Fondazione milanese, ma portare alla ribalta questo caso, secondo il mio parere, è importante. Molto spesso ci sono dispersioni di patrimoni culturali di notevole valore, che, dopo un iniziale interesse da parte di chi li ha acquisiti, sono finiti ben presto dimenticati o poco valorizzati. Certo sarebbe necessario che la Sicilia (a livello istituzionale) intervenisse, ma non mi sembra interessata a Giovanni Verga. Non ho visto molti eventi promossi dalla regione ricordare il centenario della morte dello scrittore e questo è davvero un peccato.

Come casa editrice, Il Settenario con Drammi intimi ha invece voluto ricordarlo non soltanto con i racconti, ma anche con alcune fotografie scattate da Giovanni Verga, di cui il grande pubblico conosce poco. Sono un piccolo assaggio tratto dal Catalogo della Mostra che Giovanni Garra Agosta volle organizzare dopo la loro scoperta e pubblicato da Giuseppe Maimone Editore (che ha concesso a Il Settenario di riprodurle). Tuttavia danno un’idea dei soggetti che lo scrittore ha prediletto: persone della sua terra, amici, parenti, luoghi della “sua” Sicilia ed altri paesaggi. Ci auguriamo che la questione sia risolta in un modo o nell’altro e che questo patrimonio venga valorizzato come merita.

Nota – Ricordo che lunedì 8 agosto p.v. Elena D’Incerti presenterà a Milazzo Drammi intimi in un incontro organizzato dall’Associazione della cittadina siciliana Città invisibili con la partecipazione di Massimo Raffa e Maria Rotuletti.

Nota17 agosto 2022 – È notizia di oggi dell’acquisizione di queste opere da parte della Regione Sicilia. Nel post affermavo che in questo momento la Regione e lo Stato hanno altro a cui pensare. E invece ecco la bella notizia. Sono contenta, ma sono un po’… maliziosa. Non è che proprio in questo momento particolare l’acquisto sia avvenuto per motivi tutt’altro che culturali? Chi mi conosce sa che non mi azzardo mai a formulare ipotesi troppo fantasiose, però… In ogni caso è una notizia molto positiva. Ancora non si sa quale ente beneficerà dell’acquisto.

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